LORO SONO TRA NOI - IL MIO INCONTRO CON UN EXTRATERRESTRE A GENOVA

Ho una storia straordinaria da raccontare. Ho deciso di raccontarla perchè ritengo che coloro che vivono esperienze insolite, fuori dall'ordinario e che esulano dalla nostra piccola realtà, hanno - almeno per me - il dovere morale di condividerle con le altre persone, indipendentemente dal fatto se esse crederanno o meno, perchè questa è faccenda personale della Coscienza di ogni singolo individuo.
Prima di iniziare a raccontare vorrei precisare che ciò che ho vissuto è il risultato di un esperimento e prova personale che trae spunto dall'esperienza che lo stimato giornalista e ricercatore ufologico Timothy Good ebbe nel 1967 a New York, mentre era seduto nella hall di un famoso hotel. Questa incredibile storia è raccontata nel suo libro "Base Terra". Qui egli menziona di aver sperimentato un incontro ravvicinato con un uomo Extraterrestre semplicemente attraverso l'invio di un messaggio telepatico di "invito" all'incontro, ovvero che, se in quella città o meglio nei paraggi dell'hotel erano presenti esseri "non di questo mondo" come definisce l'autore, questi dovevano farsi avanti e sedersi alla sua destra.

Ecco qui il racconto di Good trascritto dal suo libro Base Terra, pag.214:

..."Quattro anni dopo ebbi un'altra esperienza simile mentre mi trovavo negli Stati Uniti. Nel febbraio del 1967 ero a New York per una serie di concerti con la London Symphony Orchestra al Carniege Hall. Un pomeriggio decisi, per fare un esperimento, di tentare un'altra comunicazione telepatica nell'atrio dell'Hotel Park-Sheraton, ora Omni Park Central, nella Cinquantaseiesima strada sulla Settima Avenue, dove eravamo alloggiati. Ero appena tornato dal mio primo incontro con Madeleine Rodeffer a Washington, DC Madeleine mi disse che aveva incontri con la "gente dello spazio" per lo più in luoghi pubblici. Decisi di provare e risolvere la questione una volta per tutte. Mi sistemai su un divano della hall dell'albergo e inviai una richiesta telepatica, che suonava più o meno nel modo seguente:
"Se qualcuno di voi che provenite da altrove si trova nelle vicinanze di New York, per favore si faccia avanti e si sieda alla mia destra per dimostrarmelo". Ovviamente New York è una città affollatissima, e l'atrio di una albergo sembra il posto meno adatto per fare un simile esperimento. Molti (alcuni piuttosto strani per essere dei terrestri) vennero a sedersi lì nella mezz’ora successiva.
Ma tutt'a un tratto entrò un uomo il cui contegno mi mise in stato di allerta. Indossava un completo grigio fumo, una camicia bianca e una cravatta scura: avrebbe potuto essere scambiato tranquillamente per un uomo di affari di Madison Avenue. Era alto pressappoco un metro e ottanta, aveva capelli ricci e biondi, carnagione abbronzata e lineamenti perfettamente proporzionati; dimostrava trentacinque anni. Venne a sedersi accanto a me. Prese da una ventiquattrore una copia del New York Times. Lo aprì e incominciò a sfogliarlo in modo piuttosto affrettato e casuale. Quando ripiegò il giornale sentii che era venuto il momento di chiedergli telepaticamente se davvero veniva da un altro pianeta, e in quel caso, se voleva essere così gentile da toccarsi la parte destra del naso con il dito indice, perchè potessi averne la certezza. la risposta fu immediata e sconvolgente perchè, non appena ebbi trasmesso quel pensiero, lui fece esattamente quello che avevo chiesto!
Rimasi seduto, attonito, domandandomi quale mai potesse essere la mossa successiva. Riprovai con la telepatia ma non accadde nient'altro. Forse avrei dovuto intavolare un conversazione, ma essendo inglese (il che costituisce chiaramente un ostacolo per le comunicazioni interplanetarie), mi sentivo riluttante a procedere in quel modo. Inoltre, avevo la sensazione che, se le mie aspettative erano fondate, avrebbe dovuto essere lui e non io a iniziare una simile conversazione.
Entrambi restammo seduti in silenzio per alcuni minuti. Poi lui si alzò e si diresse verso alcune vetrine situate dietro di me e alla mia destra, a qualche metro di distanza. Osservandolo furtivamente, notai che sembrava poco interessato alla merce esposta, e dopo qualche minuto mi lanciò una lunga occhiata penetrante, poi si voltò e uscì dalla Settima Avenue. Non lo vidi mai più".

Questo straordinario racconto mi ha entusiasmato profondamente e così mi son detta:
"Perchè non provo anche io? Sarebbe così bello incrociarne uno per strada, provare tanto non costa nulla!".

E infatti, dopo molti tentativi che non ebbero l'effetto sperato, un bel giorno così fu. Finalmente il 10 ottobre 2006 l'esperimento riuscì. Quella mattina viaggiavo in treno verso Genova e lì decisi di inviare un messaggio telepatico di invito agli extraterrestri ad incrociarmi per strada o di incontrarmi in un luogo pubblico della città. Non avevo la minima idea di come avrei fatto a riconoscere l'ipotetico extraterrestre (nonostante avevo pensato a dei gesti del tipo quelli che Good ha mentalmente suggerito di fare all'essere alieno). Ma ancora non sapevo che l'"essere" avrebbe invece fatto qualcosa di molto meglio, e di molto sconvolgente: avrebbe esercitato i suoi avanzati poteri psichici su di me, come prova per fare in modo che io capissi che non era di questo mondo.

Così, più tardi, quel pomeriggio, mentre stavo scendendo la grande scalinata centrale della stazione ferroviaria Porta Principe per avviarmi al treno di ritorno che mi avrebbe portato a casa, un giovane uomo, dal basso - a meno di 20 metri da me - stava salendo, e iniziò a fissarmi,...ed io inevitabilmente, pure.

Quello che accadde da lì in poi fu qualcosa di totalmente trascendentale.
Inaspettatamente i suoi grandi occhi blu divennero inspiegabilmente magnetici e penetranti, nel vero senso della parola. Hanno attirato e catturato i miei occhi ed il mio intero essere nei suoi e ho provato la forte e chiara sensazione fisica di essere "attirata" con il mio intero corpo dentro i suoi occhi, come se fossi "attratta" da una energia magnetica. Mi sentii perdere il controllo del mio equilibrio e provai la forte percezione di cadere letteralmente con il mio intero corpo proprio negli occhi dello strano uomo. Ero completamente in balia del suo potere ma allo stesso tempo ero perfettamente cosciente di ciò che mi stava accadendo e, mentre tutte queste manifestazioni psichiche avvenivano, ho sentito un rumore elettrico attraverso i miei occhi, nei miei occhi.
Mentre ci stavamo avvicinando divenne particolarmente forte la sensazione fisica che se avessi continuato a guardarlo sarei caduta non nella scalinata ma proprio nei suoi enigmatici occhi e per un momento mi spaventai. Nel momento stesso di incrociarci mi fece un leggero sorriso ed io da quel momento finalmente riuscii a staccare i miei occhi dai suoi. La cosa durò pochi secondi ma mi parvero un'eternità: sembrava essere in una sospensione temporale.

In uno stato emozionale difficile da spiegare continuavo a scendere la scalinata, mentre lui stava salendo alle mie spalle ed io, sconvolta, stordita e con il cuore che batteva all'impazzata cercai nella mia mente di razionalizzare e spiegare ciò che era successo: che cosa mi aveva fatto ma soprattutto "Chi" era quell'essere dai poteri prodigiosi.

Mentre scendevo mi voltai indietro per due volte e telepaticamente gli chiesi chi fosse, sperando che si voltasse, ma nulla. Mi voltai per la terza e ultima volta ed egli si voltò dall'alto della scalinata e mi fissò: i suoi impressionanti grandi occhi blu che mi parvero diventare liquidi e ancora più grandi mi lanciarono una inaspettata occhiata magnetica e penetrante.

Poi egli si voltò, e sparì alla mia vista continuando il suo cammino nella sala sovrastante. Per un momento stentati a crederci ma poi capii che nessun essere umano poteva fare niente del genere e nella mia mente si affacciò la risposta: sì, non potei fare a meno di dirmi che era avvenuta una cosa fuori dal comune, unica e meravigliosa. Realizzai quindi senza ombra di dubbio - come se mi avesse aiutato lui a trovare la risposta e poteva benissimo averlo fatto - che era avvenuta una cosa straordinaria: un incontro con un Extraterrestre, con uno dei molti Fratelli delle stelle che camminano in mezzo a noi su questo pianeta.
Quel giovane uomo Extraterrestre sembrava avere una eta' di circa 30 anni, alto intorno al metro e ottanta aveva la carnagione leggermente abbronzata ed era calvo; vestiva con una maglia girocollo arancione e pantaloni beige. I suoi magnifici grandi occhi blu mi hanno suggerito che poteva essere uno della tipologia "Nordica". Ero ancora agitata e mi tremavano le mani ma soprattutto ero incredibilmente felice: il mio esperimento e il mio desiderio avevano funzionato e si erano trasformati in realtà.

Ma le sorprese non finiscono qui.

Quattro giorni dopo istintivamente presi dalla libreria il libro di Michael Wolf (l'autore sotto a destra) "The Chatchers Of Heaven - Afferrando il Cielo" del quale avevo letto in precedenza qualche anno prima solo i primissimi due o tre capitoli. Ma in quel momento non so perchè sentii di dover leggere tutto il libro fino alla fine.
Grande fu la sorpresa e lo stupore che provai quando nel capitolo 18 della terza ed ultima parte della trilogia lessi di una esperienza che visse l'autore mentre guardava negli occhi un ragazzino alieno, così commentata da Michael: "..pensavo che se avessi continuato a guardare dentro di essi, mi avrebbero tirato nel loro blu, come dentro ad un oceano", ecco, rimasi praticamente di stucco perchè furono la stessa situazione e sensazione in cui mi trovai io, qui espresse solamente con parole diverse.

Un altro episodio somigliante alla mia storia l'ho riscontrato nel numero 14 di Area 51 del novembre 2006 nell'articolo dal titolo "Gli enigma files", nel quale lo scienziato, artista e remote-viewer Ingo Swann racconta di aver provato la sensazione elettrificante nell'incrociare una donna aliena in un supermercato e, a sua detta è proprio grazie a questa particolare sensazione che ha potuto identificare la natura extraterrestre della donna. Non nego che anche qui sono rimasta piacevolmente sorpresa.

Certamente il trovare questi due riscontri simili alla mia personale esperienza - e che probabilmente serviranno più a chi legge che a me - mi ha solamente aiutato in parte ad ancorare meglio a questa realtà ciò che ho vissuto poichè per me non sono assolutamente delle prove che la avvallano, ma soprattutto non sono affatto delle prove per dire che ho incontrato un Essere Extraterrestre perchè questo lo sapevo già fin da quell'incredibile pomeriggio del 10 ottobre e tutte quelle manifestazioni psichiche chiare e forti attuate su di me da quell'uomo di un altro mondo sono un qualcosa di indelebile nella mia memoria che ne testimoniano e ne attestano il mio reale incontro.
Ho sentito giusto condividere con tutti voi la mia esperienza e spero serva di incoraggiamento per coloro che vivono esperienze analoghe e non devono vergognarsi, non devono aver paura di raccontarle: non ce nè motivo. Mi auguro che le persone espandino la propria Coscienza e Consapevolezza e che facessero nascere un sentimento di amore verso tutti quei Fratelli e Sorelle Stellari a cui un giorno, forse, ci riuniremo in una grande e unica Famiglia Cosmica.

Mesi dopo, nella primavera 2007 seppi, leggendo un'intervista di Paola Harris a Maurizio Cavallo noto contattato vercellese con il popolo di Clarion, che nelle profondità del Golfo di Genova vi è una base sottomarina da lui stesso visitata fisicamente in cui operano non solo gli esseri clariani ma anche diverse civiltà della Confederazione Galattica. 

Annalisa

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NOI E GLI EXTRATERRESTRI 

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